1 : Ma perche, circa le qualità di che di sopra si fà mentione, io ho parlato de le più importanti, l'altre voglio discorrer' brevemente sotto queste generalitati: ch' il Principe pensi, come disopra in parte è detto, di fuggir' quelle cose che lo faccino odioso o contennendo, et qualunche volta fuggirà questo, harà adempito le parti sue et non troverrà nel' altre infamie pericolo alcuno.
2 : Odioso lo fa sopra tutto (com'io dissi) l'esser' rapace et usurpatore de la roba et de le donne de sudditi, di che si deve abstenere.
3 : Et qualunche volta alla università de gli huomini non si toglie ne robba ne honore, vìvon' contenti: et solo s' ha a combatter' con l'ambition' di pochi, la quale in molti modi et con facilità si raffrena.
4 : Contennendo lo fa esser' tenuto vario, leggere, effeminato, pusillanimo, inresoluto, da che un' Principe si deve guardar' come da un' scoglio, et ingegnarsi che nel' attioni sue si riconosca grandeza, animosità, gravità, forteza; et circa i maneggi privati de sudditi voler' che la sua sententia sia inrevocabile; et si mantenga in tale opinione che alcuno non pensi ne ad ingannarlo ne ad aggirarlo.
5 : Quel' Principe che dà di se questa opinione è riputato assai, et contro a chi è riputato assai con difficultà si congiura, et con difficultà è assaltato, pur'che s'intenda che sia eccellente et riverito da suoi.
6 : Perche un' Principe deve haver' due paure: una drento per conto de sudditi, l'altra di fuori per conto de potenti esterni.
7 : Da questa si defende con le buone armi et buoni amici: et sempre, se harà buone armi, harà buoni amici.
8 : Et sempre staranno ferme le cose di drento, quando stien' ferme quelle di fuora, se già le non fussero perturbate de una congiura: et quando pur' quelle di fuora movessero, è gli sarà ordinato, et vissuto come io ho detto, sempre (quando non s'abbandoni) sosterrà ogni impeto, come dissi che fece Nabide Spartano.
9 : Ma circa i sudditi, quando le cose di fuora non muovino, s'ha da temer' che non congiurino secretamente, del' che il Principe si assicura assai, fuggendo l'esser' odiato, et disprezato, et tenendosi il Popolo satisfatto di lui; il che è necessario conseguire, come di sopra si disse a lungo.
10 : Et uno de più potenti rimedij che habbia un' Principe contro le congiure, è non esser' odiato o diprezato da l'uniuersale: perche sempre chi congiura crede con la morte del' Principe satisfare al Popolo, ma, quando ei creda offenderlo, non piglia animo a prender' simil' partito,
11 : perche le difficultà che sono dalla parte de congiuranti sono infinite, per esperientia si vede molte essere state le congiure et poche haver' havuto buon' fine.
12 : Perche chi congiura non può essere solo, ne può prender' compagnia se non di quelli che creda esser' mal'contenti: et subito che a un' mal' contento tu hai scoperto l'animo tuo, li dai materia a contentarsi, perche manifestandolo lui ne può sperar' ogni comodità; talmente che, veggendo il guadagno fermo da questa parte, et da l'altra veggendolo dubbio et pieno di pericolo, convien' bene o che sia raro amico o che sia al tutto ostinato inimico del' Principe ad osservarti la fede.
13 : Et per ridur' la cosa in brevi termini, dico che da la parte del' congiurante non è se non paura, gelosia, sospetto di pena che lo sbigottisce; ma da la parte del' Principe è la maiestà del' Principato, le leggi, le difese de gli amici et de lo stato che lo defendono.
14 : Talmente che, agiunto a tutte queste cose la benevolentia Popolare, è impossibil' che alcun' sia sì temerario che congiuri. Perche per l'ordinario, dove un' congiurante ha da temere innanzi a la essecutione del' male, in questo caso debbe temere ancor' da poi, havendo per nimìco il Popolo, seguito l' eccesso, ne potendo per questo sperar' refugio alcuno.
15 : Di questa materia se ne potria dar' infiniti essempi, ma voglio solo esser' contento d' uno, seguito a la memoria de nostri padri.
16 : Messer' Annibale Bentivogli, Avolo del' presente Messer' Annibale, che era Principe in Bologna, essendo da Canneschi, che gli congiurorno contro, amazato, ne rimanendo di lui altri che Messer' Giovanni, quale era in fasce, subito doppò tal' homicidio si levò il Popolo et amazò tutti i Canneschi.
17 : Il che nacque da la benevolentia Popolare che la casa de Bentivogli haveva in quei tempi in Bologna, la qual' fù tanta che non vi restando alcuno che potessi, morto Annibale, regger' lo stato, et havendo inditio come in Firenze era un' nato de' Bentivogli, che si teneva fino al'hora figlio d' un' fabro, vennero i Bolognesi per quello in Firenze et li dettono il governo di quella Città qual' fù governata da lui fino a tanto che M. Giovanni pervenne in età conveniente al governo.
18 : Conchiudo adunque che un' Principe deue tener' de le congiure poco conto, quando il Popolo gli sia benivolo, ma quando gli sia inimico et habbilo in odio, deve temer' d'ogni cosa et da ognuno.
19 : Et li stati ben' ordinati et li Principi savij hanno con ogni diligentia pensato di non far' cader' in desperatione e grandi et di satisfare al Popolo et tenerlo contento, perche questa è una de le più importanti materie che habbi un' Principe.
20 : Intra i Regni ben' ordinati et governati a nostri tempi è quel' di Francia, et in esso si trovano infinite costitutioni buone, donde ne depende la libertà, et sicurtà del' Re: de le quali la prima è il parlamento et la sua autorità.
21 : Perche quello che ordinò quel' Regno, conoscendo l'ambition' de potenti et la insolentia loro, et giudicando esser' necessario lor' un' freno che gli correggesse, et da l'altra parte conoscendo l'odio de l'universale contro i grandi fondato in sù la paura, et volendo assicurarli, non volse che questa fussi particular' cura del' Re, per torli quel' carico che potessi haver' con i grandi, favorendo i Popolari, et con i Popolari, favorendo i grandi.
22 : Et però constituì un' iudice terzo, che fusse quello che senza carico del Re battessi i grandi et favorisse i minori. Ne potè esser' questo ordine meglior' ne più prudente, ne maggior' cagion' di sicurtà del Re et del' Regno.
23 : Di che si può trarre un' altro notabile: che li Principi debbono le cose di carico metter' sopra d' altri et le cose di gratia a se medesimi.
24 : Di nuovo conchiudo che un' Principe deve stimar' i grandi, ma non si far' odiar' dal' Popolo.
25 : Parrebbe forse a molti, considerata la vita et morte di molti Imperadori Romani, fussino essempi contrarij a questa mia oppinione, trovando alcuno esser' vissuto sempre egregiamente et mostro gran' virtù d'animo, nondimeno haver' perso l'Imperio, o vero essere stato morto da suoi che li hanno congiurato contro.
26 : Volendo adunque rispondere a queste obiettioni, discorrerò le qualitati d'alcuni Imperadori, mostrando la cagion' de la lor' rovina non disforme da quello che da me s' è addutto, et parte mettarò in consideratione quelle cose che sono notabili a chi legge l'attioni di quelli tempi.
27 : Et voglio mi basti pigliar' tutti quelli Imperadori che succederno nel' Imperio da Marco Philosofo a Massimino, li quali furono Marco, Commodo suo figlio, Pertinace, Iuliano, Severo, Antonino Caracalla suo figlio, Macrino, Heliogabalo, Alessandro et Massimino.
28 : Et è prima da notare che, dove ne gli altri Principati si ha solo a contendere con l'ambitione de grandi et insulentia de Popoli, gli Imperadori Romani havevano una terza difficultà d' haver' a sopportar' la crudeltà et avaritia de soldati.
29 : La qual' cosa era sì difficile che la fù cagione della rovina de molti, sendo difficile satisfare a i soldatì et a Popoli, perche i Popoli amano la quiete, et per questo amano i Principi modesti, et li soldati amano il Principe d' animo militar' et che sia insolente et crudele et rapace, le quali cose volevan' ch' egli essercitassi ne i Popoli per poter' haver' duplicato stipendio et sfogar' la lor' avaritia et crudeltà.
30 : Donde ne nacque che quelli Imperadori che per natura o per arte non havevano riputatione tale che con quella tenessero l'uno et l'altro in freno, sempre rovinavono.
31 : Et li più di loro, massime quelli che come huomini nuovi venivano al Principato, conosciuta la difficultà di questi doi diversi humori, si volgevano a satisfar' soldati, stimando poco lo iniuriar' il Popolo.
32 : Il qual' partito era necessario: perche, non potendo i Principi mancar' di non esser' odiati da qualcuno, si debbon' prima sforzare di non esser' odiati da l' università, et quando non posson' conseguir' questo, si debbon' ingegnar' con ogni industria, fuggir' l'odio di quelle universitati che sono più potenti.
33 : Et però quelli Imperadori che per novità havevan' bisogno di favori estraordinarij, adherivano a soldati più volentieri che alli Popoli: il che tornava loro nondimeno utile, o no, secondo che quel' Principe si sapeva mantenere reputato con loro.
34 : Da queste cagioni sopraddette nacque che Marco, Pertinace, et Alessandro, essendo tutti di modesta vita, amatori della iustitia, inimici della crudeltà, humani et benigni, hebboro tutti, da Marco in fuora, tristo fine.
35 : Marco solo visse et morì honoratissimo, perche lui succedé al' Imperio per ragion' d'heredità et non haveva a riconoscer' quello ne da i soldati ne da i Popoli. Dipoi, essendo àcompagnato da molte virtuti che lo facevano venerando, tenne sempre che visse l'un' ordine et l'altro drento a suoi termini, et non fù mai ne odiato ne disprezato.
36 : Ma Pertinace fù creato Imperadore contro a la voglia de soldati, li quali essendo usi a viver' licentiosamente sotto Commodo non poterono sopportare quella vita honesta a la qual' Pertinace li voleva ridurre, onde havendosi creato odio, et a questo odio aggiunto dispregio per l' esser' vecchio, rovinò ne primi principij de la sua administratione.
37 : Onde si deve notar' che l'odio s' acquista così mediante le buone opere come le triste, et però, com' io dissi di sopra, volendo un' Principe mantener' lo stato, è spesso forzato a non esser' buono.
38 : Perche quando quella università, o Popolo o soldati o grandi che sieno, della qual' tù giudichi per mantenerti haver' bisogno, è corrotta, ti convien' seguir' l'humor' suo et satisfarle: et al'hora le buone opere ti sono inimiche.
39 : Ma veniamo ad Alessandro, il qual' fù di tanta bontà che intra l'altre lode, che gli sono attribuite, è che in quattordici anni che tenne l' Imperio non fù mai morto da lui nissuno ingiudicato: nondimanco essendo tenuto effeminato et huomo che si lasciasse governar' da la madre, et per questo venuto in dispregio, conspirò contro di lui l'esercito et amazollo.
40 : Discorrendo hora per opposito, le qualitati di Commodo, di Severo, di Antonino Caracalla et di Massimino, gli troverrete crudelissimi et rapacissimi: li quali, per satisfar' a soldati, non perdonorno a nessuna qualità d' ingiuria che ne Popoli si potessi commettere.
41 : Et tutti eccetto Severo hebbero tristo fine; perche in Severo fù tanta virtù che, mantenendosi i soldati amici, ancor' che i popoli fusser' da lui gravati, potè sempre regnar' felicemente: perche quelle sue virtù lo facevano nel' cospetto de soldati et de popoli sì mirabile che questi rimanevano in un' certi modo attoniti et stupidi, et quelli altri reverenti et satisfatti.
42 : Et perche l'attioni di costui furono grandi in un' Principe nuovo, io voglio mostrar' brevemente, quanto egli seppe ben' usar' la persona de la Volpe et del' Leone, le quali nature dico come di sopra esser' necessarie ad imitar' a un' Principe.
43 : Conosciuta Severo la ignavia di Iuliano Imperador' persuase al' suo esercito (del' quale era in Schiavonia Capitano) che gli era ben' andare a Roma a vendicar' la morte di Pertinace, il qual' era stato morto della guardia Imperiale.
44 : Et sotto questo color', senza mostrar' di aspirar' al' Imperio, mosse l'esercito contro a Roma, et fù prima in Italia che si sapesse la sua partita.
45 : Arrivato a Roma, fù dal' Senato per timor' eletto Imperador' et morto Iuliano.
46 : Restavano a Severo doppò questo principio doe difficultà a volersi insignorir' di tutto lo stato. L'una in Asia, dove Nigro capo degli eserciti Asiatici s' era fatto chiamar' Imperadore. L'altra in Ponente de Albino, il qual' ancor' lui aspirava a l'Imperio.
47 : Et perche giudicava periculoso scoprirsi inimico a tutti a doi, deliberò di assaltar' Nigro et ingannar' Albino, al qual' scrisse come, essendo dal Senato eletto Imperadore, voleva participar' quella dignità con lui et mandoli il titolo di Cesare et per deliberatione del' Senato se l'aggiunse collega. Le quali cose furno accettate da Albino per vere.
48 : Ma poi che Severo hebbe vinto et morto Nigro et pacate le cose Orientali, ritornatosi a Roma, si querellò in Senato di Albino che, come poco conoscente de beneficij ricevuti da lui, haveva a tradimento cerco d'amazarlo: et per questo era necessitato andar' a punire la sua ingratitudine. Di poi andò a trovarlo in Francia, et gli tolse lo stato et la vita.
49 : Chi esaminerà adunque tritamente l'attioni di costui, lo troverrà un' ferocissimo Leone et una astutissima Volpe, et vedrà quello temuto et reverito da ciascuno et dagli eserciti non odiato, et non si maraviglierà se lui huomo nuovo harà possuto tener' tanto Imperio, perche la sua grandissima reputatione lo difese sempre da quel' odio, che i popoli per le sue rapine havevon' possuto concipere.
50 : Ma Antonino suo figliolo fù ancor' lui eccellentissimo, et haveva in se parti che lo facevano admirabile nel' cospetto de popoli et grato a soldati, perche era huomo militare, sopportantissimo d'ogni fatica, disprezator' d'ogni cibo delicato et d'ogn' altra mollitie, la qual' cosa lo faceva amare da tutti li eserciti.
51 : Nondimeno la sua ferocia et crudeltà fù tanta et sì inaudita, per haver' doppò molte occasioni particulari morto gran' parte del' popol' di Roma et tutto quel' d'Alessandria, che diventò odiosissimo a tutto il mondo et cominciò a esser' temuto da quelli ancora ch' egli haveva intorno, in modo che fù amazato da un' Centurione in mezo del' suo esercito.
52 : Dove è da notar' che queste simili morti, le quali seguitano per deliberatione di un' animo deliberato, non si possono da Principi evitare, perche ciascun che non si curi di morire lo può fare. Ma deve ben' il Principe temerne meno, perche le son' rarissime.
53 : Deve solo guardarsi di non fare ingiuria grave ad alcun' di coloro de quali si serve et che gli' ha d'intorno al' servitio del' suo Principato, come haveva fatto Antonino, il qual' haveva morto contumeliosamente un' fratel' di quel Centurione et lui ogni giorno minacciava, et nientedimeno lo teneva a la guardia del' suo corpo, il che era partito temerario et da rovinarvi, come gl'intervenne.
54 : Ma vegniamo a Commodo, al' qual' era facilità grande tener' l'Imperio per haverlo hereditario, essendo figliuol' di Marco, et solo gli bastava seguir' le vestigia del' padre, et a popoli et a soldati harebbe satisfatto.
55 : Ma essendo d'animo crudele et bestiale, per poter' usar' la sua rapacità ne popoli, si volse ad intratenere li eserciti et fargli licentiosi. Dal'altra parte, non tenendo la sua degnità, descendendo spesso nelli Theatri a combattere co gladiatori et facendo altre cose vilissime et poco degne de la maiestà Imperiale, diventò contennendo nel' cospetto de soldati.
56 : Et essendo odiato da una parte et da l'altra disprezato, fù cospirato contro di lui et morto.
57 : Restaci a narrare la qualità di Massimino. Costui fù huomo bellicosissimo, et essendo li eserciti infastiditi da la mollitie d' Alessandro, del' qual' è di sopra discorso, morto lui lo elessero al' Imperio, il qual' non molto tempo possedette perche doe cose lo fecero odioso et contennendo.
58 : L'una, l'esser' lui vilissimo per haver' guardate le pecore in Thracia, la qual' cosa era per tutto notissima, et gli faceva una gran' dedignation' nel' cospetto di ciascuno.
59 : L'altra, perche havendo nel' ingresso del' suo Principato differito l'andare a Roma et entrare nella possessione della sedia Imperiale, haveva dato opinione di crudelissimo, havendo per li suoi prefetti in Roma et in qualunque luoco dell' Imperio esercitato molte crudeltà.
60 : A tal' che, comosso tutto il mondo da lo sdegno per la viltà del' suo sangue, da l'altra parte da l'odio per la paura della sua ferocia, prima l'Africa, di poi el Senato, con tutto il popol' di Roma et tutta l'Italia, gli cospirò contro, al che si aggiunse el suo proprio esercito, il qual', campeggiando Aquileia et truovando difficultà nella espugnatione, infastidito de la crudeltà sua, et per vederli tanti inimici, temendolo meno, lo amazò.
61 : Io non voglio ragionare ne di Heliogabalo ne di Macrino ne di Iuliano, i quali per esser' al tutto contennendi si spensero subito, ma verrò a la conclusione di questo discorso; et dico che li Principi de nostri tempi hanno meno questa difficultà di satisfar' estraordinariamente a soldati ne governi loro, perche, non ostante che s' habbi d' haver' a quelli qualche consideratione, pur' si risolve presto per non haver' alcun' di questi Principi eserciti insieme che siano inveterati con li governi et administrationi de le Provincie, com' erano gli eserciti del' Imperio Romano.
62 : Et però, se allhora era necessario satisfar' a soldati più che a popoli, era perche i soldati potevano più che i popoli, hora è più necessario a tutti i Principi, eccetto che al Turco et al' Soldano, satisfar' a popoli che a soldati, perche i popoli posson' più che quelli.
63 : Di che io ne eccettuo el Turco, tenendo sempre quello intorno dodeci milia fanti et quindeci milia cavalli, da quali depende la sicurtà et la forteza del' suo regno, et è necessario che, postposto ogn' altro respetto de popoli, se li mantenga amici.
64 : Simile è il regno del' Soldano, quale, essendo tutto in mano de' soldati, convien' che ancora lui, senza rispetto de popoli, se li mantenga..
65 : Et havete a notar' che questo stato del' Soldano è disforme a tutti gli altri Principati, perche egli è simile al' Pontificato Christiano, il qual' non si può chiamar' Principato hereditario ne Principato nuovo, perche non i figli del' Principe morto rimangono heredi et Signori, ma colui che è eletto a quel' grado da colloro che n' hanno autorità.
66 : Et essendo questo ordine antichato, non si può chiamar' Principato nuovo, perche in quello non sono alcune di quelle difficultati che sono ne nuovi, perche, se bene il Principe è nuovo, gli ordini di quello stato son' vecchi et ordinati a riceverlo come se fusse lor' Signore hereditario.
67 : Ma torniamo alla materia nostra; dico che qualunque considererà el' sopradetto discorso, vedrà o l'odio o l' dispregio esser' stato causa de la rovina di quelli Imperadori prenominati; et conoscerà ancora donde nacque che, parte di loro procedendo in un' modo et parte al contrario, in qualunche di quelli uno hebbe felice et gli altri infelice fine.
68 : Perche a Pertinace et Alessandro, per esser' Principi nuovi, fù inutile et dannoso il voler' imitar' Marco, che era nel' Principato hereditario; et similmente a Caracalla, Commodo et Massimino esser' stata cosa pernitiosa imitar' Severo, per non haver' havuta tanta virtu che bastassi a seguitare le vestigia sue.
69 : Per tanto un' Principe nuovo in un' Principato non può imitar' le attioni di Marco, ne ancora è necessario imitar' quelle di Severo, ma deve pigliar' di Severo quelle parti che per fondar' il suo stato son' necessarie, et da Marco quelle che sono convenienti et gloriose a conservare un' stato che sia digia stabilito et fermo.