1 : Quanto sia laudabile in un' Principe mantenere la fede, et viver' con integrità, et non con astutia, ciascun' lo intende. Nondimeno si vede per esperientia ne nostri tempi quelli Principi haver' fatto gran' cose, che de la fede han' tenuto poco conto, et che hanno saputo con astutia aggirar' i cervegli de gli huomini, et a la fine hanno superato quelli che si son' fondati insù la lealtà.
2 : Dovete adunque sapere come son' doe generationi di combattere. L'una con le leggi. L'altra con le forze.
3 : Quel' primo modo è delli huomini, quel secondo è delle bestie,
4 : ma perche el primo spesse volte non basta, bisogna ricorrer' al' secondo. Per tanto a un' Principe è necessario saper' ben' usar' la bestia, et l' huomo.
5 : Questa parte è stata insegnata a Principi copertamente da gli antichi scrittori i quali scrivon' come Achille, et molt' altri di quelli Principi antichi furon' dati a nutrir' a Chirone Centauro che sotto la sua disciplina gli custodisse,
6 : il che non vuol' dir' altro l'haver' per precettor' un' mezo bestia, et mezo huomo, se non che bisogna a un' Principe saper' usar' l'una et l'altra natura, et l'una senza l'altra non è durabile.
7 : Essendo adunque un' Principe necessitato saper' ben' usar' la bestia, debbe di quelle pigliar' la Volpe, et il Leone, perch' il Leone non si defende da lacci, la Volpe non si defende da Lupi. Bisogna adunque esser' Volpe a conoscer' i lacci, et Leone a sbigottir' e Lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul' Leone, non se ne intendono.
8 : Non può per tanto un' signor' prudente, ne debbe osservar' la fede, quando tal' osservantia gli torni contrò et che sono spente le cagioni che la fecen' promettere.
9 : Et se gli huomini fussen' tutti buoni questo precetto non saria buono, ma perche son' tristi, et non l' osservarebbono a te, tu ancora non l'hai da osservar a loro, ne mai a un' Principe mancorno cagioni legittime di colorare l'inosservantia.
10 : Di questo se ne potrien' dar' infiniti essempi moderni, et mostrar' quanti paci, quante promesse sieno state fatte irrite et vane per l'infedelità de' Principi: et a quello che ha saputo meglio usar' la Volpe è meglio successo.
11 : Ma è necessario questa natura saperla ben' colorire et esser' gran' simulator' et dissimulatore; et son' tanto semplici gli huomini, et tanto obediscano a le necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare.
12 : Io non voglio degli essempi frechi tacerne uno. Alessandro Sesto non fece mai altro che ingannar' huomini, ne mai pensò ad altro, et trovò suggetto da poterlo fare; et non fù mai huomo che havesse maggior' efficacia in asseverar' et che con maggiori giuramenti affermasse una cosa et che l' osservasse meno; nondimanco gli succederno sempre gli inganni, perche conosceva bene questa parte del' mondo.
13 : A un' Principe adunque non è necessario havere tutte le soprascritte qualità, ma è ben' necessario parer' d'haverle; anzi ardirò di dir' questo: che, havendole et osservandole sempre, sono dannose, et, parendo d' haverle, son utili; come parer' pietoso, fedele, humano, religioso, intero, et essere, ma star' in modo edificato con l' animo, che, bisognando esser', tu possi et sappi mutare il contrario.
14 : Et hassi da intender' questo, che un' Principe et massime un' Principe nuovo non può osservar' tutte quelle cose per le quali gli huomini son' tenuti buoni, essendo spesso necessitato, per mantener' lo stato, operar' contro a la fede, contro a la charità, contro a l'humanità, contro a la religione.
15 : et però bisogna che egli habbia uno animo disposto a volgersi secondo che i venti et le variation' de la fortuna gli comandano, et come disopra dissi non partirsi dal' ben', potendo, ma saper' entrar' nel' male, necessitato.
16 : Deve adunque haver' un' Principe gran' cura che non gli esca mai di bocca una cosa che non sia piena de le soprascritte cinque qualità, et para a vederlo et udirlo, tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto humanità, tutto religione: et non è cosa più necessaria a parer' d' havere che questa ultima qualità,
17 : perche gli huomini in universale giudicano più a gli occhi che a le mani; perche tocca a veder' a ciascuno, a sentire a pochi. Ogniun' vede quel' che tu pari, pochi sentono quel' che tu sei, et quelli pochi non ardiscono opporsi a la opinione di molti che habbino la maiesta de lo stato che gli defenda; et nelle attione de tutti gli huomini, et massime de Principi dove non è giudicio da reclamare, si guarda al' fine.
18 : Facci adunque un' Principe di viver', et mantener' lo stato: i mezi seranno sempre giudicati honorevoli et da ciascun' lodati; perche il vulgo ne va sempre preso con quello che par' et con lo evento della cosa, et nel' mondo non è se non vulgo, et li pochi han' loco quando li assai non hanno dove appoggiarsi.
19 : Alcun' Principe di questi tempi, il qual' non è ben' nominare, non predica mai altro che pace et fede, et l'una et l'altra quando l'havesse osservata, gli harebbe più volte tolto lo stato et la reputatione.