1 : Conviene haver' nel' esaminare la qualità di questi Principati un'altra consideratione, cioè se un' Principe ha tanto stato che possa, bisognando, per se medesimo reggersi o vero se ha sempre necessità della defension' d'altri.
2 : Et per chiarir' meglio questa parte, dico com' io giudico potersi coloro regger' per se medesimi che possono, o per abundantia de huomini o di denar', metter' insieme uno esercito giusto et far' una giornata con qualunche li viene assaltare.
3 : Et così giudico coloro haver' sempre necessità d'altri che non posson' comparir' contro gli nimici in campagna, ma sono necessitati rifugirse drento a le mura et guardar' quelle.
4 : Nel' primo caso, s' è discorso et per l' avenire diremo quello che n' occorre.
5 : Nel' secondo caso, non si può dir' altro, salvo che confortar' tal' Principi a munir' et fortificar' la terra propria, et del' paese non tener' alcun' conto.
6 : Et qualunche harà ben' fortificata la sua terra, et circa gli altri governi coi sudditi si sia maneggiato come disopra è detto et disotto si dirà, sarà sempre assaltato con gran respetto, perche gli huomini son' sempre inimici delle imprese dove si vegga difficultà, ne si può veder facilità assaltando uno che habbi la sua terra gagliarda et non sia odiato dal' popolo.
7 : Le Città d' Alamagna sono liberalissime, hanno poco contado et obediscono a lo Imperadore quando le vogliono, et non temono ne quello ne altro potente che l'habbino intorno.
8 : Perche le sono in modo fortificate che ciascun pensa la espugnation' d'esse dover' esser' tediosa et difficile, perche tutte hanno fossi et mura convenienti, hanno artiglieria a sufficientia, et tengon' sempre nelle Canove publiche da mangiar' et da bere et da arder' per uno anno.
9 : Oltre a questo, per poter' tener' la plebe pasciuta et senza perdita del' publico, hanno sempre in commune per un' anno da poter' dar' lor' da lavorar' in quelli esercitij che siano il nervo et la vita di quella Città et de l'industria de quali la plebe si pasca. Tengon' ancora li esercitij militari in reputatione et sopra questo hanno molti ordini a mantenerli.
10 : Un' Principe adunque che habbia una Città forte et non si facci odiare, et non può esser' assaltato, et, se pur' fossi chi l' assaltassi, se ne partirebbe con vergogna, perche le cose del' mondo son' sì varie che gli è quasi impossibile che un' possi con l'eserciti stare un' anno ocioso a campeggiarlo.
11 : Et chi replicasse: se il popolo harà le sue possessioni fuor' et veggal' ardere non harà patientia, et il lungo assedio et la charità propria gli farà dimenticare el Principe. Rispondo che un' Principe potente, animoso, supererà sempre quelle difficultà dando hora speranza a sudditi chel' mal' non sia lungo, hora timore de la crudeltà del' nimico, hora assicurandosi con destreza di quelli che gli paresseno troppo arditi.
12 : Oltre questo il nimico deve ragionevolmente arder' et rovinar' el paese loro in sù la gionta sua et ne tempi quando li animi de gli huomini sono ancora caldi et volonterosi a la difesa, et però tanto meno il Principe deve dubitare, perche doppò qualche giorno, che gli animi sono raffredi, sono digia fatti i danni, son' ricevuti i mali et non v' è più rimedio.
13 : Et al'hora tanto più si vengono ad unir' collor' Principe, parendo che esso habbia con loro obligo, essendo state loro arse le case, et rovinate le possessioni per la difesa sua. Et la natura de gli huomini è così obligarsi per li beneficij che essi fanno, come per quelli che essi ricevono.
14 : Onde se si considera ben' tutto, non fia difficile a un' Principe prudente tenere, prima et poi, fermi l'animi de suoi Cittadini ne la' ossidione, quando non gli manchi da viver' ne da difendersi.